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mercoledì 8 maggio 2013

Boston Marathon edizione 117 (Prima Parte)

3 commenti:
 

Boston è una città molto bella. Me ne rendo conto praticamente subito, quando emergo dalla stazione della metropolitana per cercare l'hotel. Subito mi imbatto nella linea rossa del Freedom Trail, in pratica una linea, prevalentemente formata da mattoni, che corre lungo la città. Seguendola si incontrano varie tappe che hanno fatto la storia di Boston e degli USA. I monumenti commemorativi fungono da intervallo lungo il percorso.
Arrivo di Sabato, nel pomeriggio. Riesco subito a ritirare il pettorale. L'expo è una bolgia ma gli organizzatori sono gentilissimi ed estremamente efficienti. Il fatto di essere giunti dall'Italia per correre la loro umile gara è un motivo sufficiente per venire ricoperti dai complimenti e dagli in bocca al lupo. La sensazione è quella di essere ad una corsa di paese (con le dovute proporzioni) dove tutti si conoscono e dove il meccanismo è talmente oliato da anni di esperienza che nulla può andare storto.
La sera ceno in un pub e riesco a pareggiare il match contro il jet lag resistendo il più possibile al richiamo del letto. L'indomani mattina, alle 4, sono sveglio. Corsetta mattutina sciogli gambe al parco cittadino quindi si va a Fenway Park per assistere alla partita di baseball dei Red Sox. Che sono pure la mia squadra preferita per quel che riguarda il meraviglioso gioco del baseball (cit.).
La partita è un concentrato di nazionalismo a stelle e strisce. Inno, bandierone svolazzante, soldati in alta uniforme imbraccianti fucili, soldati feriti di ritorno dalla guerra, canzone patriottica, altri soldati. Insomma, i tempi morti del match servono a celebrare la nazione. Noioso ma a loro piace. Per il resto del match mi diverto. Lo spettacolo è tranquillo e godibile e Boston vince. Finita la partita (3 ore la durata del match), ci incamminiamo per una passeggiata e per raggiungere il luogo del pasta party pre gara. Il nostro turno è previsto alle 18.30, arriviamo al punto stabilito e, con orrore, notiamo come ci sia una coda pazzesca. Ci accodiamo aspettiamo pazientemente. Ad un certo punto il serpentone comincia a muoversi e, nel giro di 5 minuti, siamo dentro. Da paura, un'organizzazione clamorosa. E ancora non avevo visto nulla.
Gli spaghetti meat balls non sono il massimo ma l'atmosfera è piacevole. Faccio qui la conoscenza con la birra Samuel Adams, la birra di Boston. E' un incontro estremamente piacevole tant'è che tutt'ora siamo in buoni rapporti.
Termina anche la cena e si rientra in hotel, non prima di aver recuperato un paio di muffin ai mirtilli da 1 etto l'uno per la colazione del giorno dopo. L'indomani, sveglia molto presto di cui, ovviamente, non c'era bisogno, sbrano i muffin e mi dirigo verso il parco per prendere il bus che mi porterà ad Hopkinton, luogo della partenza. Arrivato al parco mi trovo di fronte la fila di scuolabus che attendono di essere pieni per poi muoversi. Dopo una breve attesa salgo sul mezzo e quando tutti sono pieni ci si muove in fila indiana. Lungo il tragitto siamo scortati dalla polizia in moto che ferma le corsie di immissione in modo che nessuno si inserisca all'interno della carovana gialla. La fila di scuolabus procede compatta. In una quarantina di minuti arriviamo al paesino dove partirà la maratona: Hopkinton. Ci parcheggiano in una scuola dove ci sono una miriade infinita di bagni chimici e banchetti con caffè, bevande, power bar e tanti altri prodotti che possono risultare utili alla causa. Fa freddo, è un po' umido, c'è poco da fare se non stare seduti a guardare gli altri runners e a scambiarsi opinioni.
Finalmente passano anche le due ore di attesa ed è tempo di muoversi verso lo start. Mi agghindo, consegno la sacca al bus di riferimento ed a piedi vado verso la griglia di partenza. Il sole comincia ad alzarsi e l'atmosfera si fa carica.
Sono alla partenza della Boston Marathon, la più antica maratona del mondo. Quella con più storia, più tradizione. Quella che un maratoneta dovrebbe sognare più di ogni altra. Mi reco in zona partenza e....questa è la partenza ? Ma siamo in mezzo ad un incrocio!
Niente Ponte di Verrazzano o, che so, Villa Pisani. Se ci penso persino la mezza di Bassano con la partenza sul ponte degli alpini ha un luogo di partenza più bello. A Boston si parte in mezzo ad una strada, come nelle corse di paese. Perchè alla fine, la sensazione che ho avuto è che lo spirito di corsa di paese sia proprio ricercata, una cosa che non vogliono togliere a questa corsa. Ed è proprio questo a renderla unica e inimitabile.

(Continua...)


3 commenti:

  1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  2. non farci aspettare altri 23 giorni ...

    sei nel video in partenza alla 100eLode - post 06/05

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    Risposte
    1. Concordo! Peggio dei primi episodi di "Lost" (ammetto di aver resistito solo fino alla 3a serie), che s'interrompevano sempre sul più bello...

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Solo una cosa, una firma è sempre gradita.

 
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